I primi 1000 giorni, cioè il periodo che va dai giorni precedenti il concepimento, passando per i 9 mesi di gravidanza, fino al compimento dei due anni di età del bambino o della bambina, sono determinanti per il suo sviluppo e il suo benessere futuro. Parliamo con le specialiste e gli specialisti della salute dei principali step fisiologici di questi primi 1000 giorni e del loro impatto.
Parliamo delle conseguenze negative dell’esposizione al fumo di tabacco con Jennifer Chiarolanza, pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP)
L’esposizione al fumo di tabacco è un fattore di rischio per la salute nei primi 1000 giorni di vita?
Il fumo di tabacco è il più pericoloso tra gli inquinanti dell’ambiente domestico. Esiste una mole enorme di prove della sua pericolosità per la salute umana: contiene migliaia di sostanze tossiche, irritanti, mutagene e cancerogene. Ne è bersaglio chi fuma, ma anche chi entra in contatto con queste sostanze a causa dell’esposizione passiva. Poiché bambine e bambini piccoli trascorrono gran parte del tempo in casa, bisogna fare il possibile per rendere salubre il loro ambiente. Per fortuna, l’esposizione al fumo di tabacco è un fattore di rischio modificabile perché dipende dalla scelta di rinunciare alle sigarette.
Quali sono i rischi per il nascituro o la nascitura dell’esposizione al fumo di tabacco in gravidanza?
Se la gestante fuma oppure è esposta al fumo passivo, le sostanze tossiche passano dai suoi polmoni al circolo sanguigno e, attraverso la placenta, raggiungono il feto, che è particolarmente vulnerabile ai loro effetti dannosi perché i suoi organi sono in fase di sviluppo. I potenziali effetti dell’esposizione in gravidanza sono: gravidanza ectopica, distacco della placenta, malformazioni, ritardo della crescita, aborto spontaneo, basso peso alla nascita e un aumentato rischio di sindrome della morte in culla dopo la nascita.
In particolare, la nicotina ha un effetto vasocostrittore e riduce l’afflusso di ossigeno attraverso i vasi della placenta. Inoltre, il monossido di carbonio contenuto nel fumo ha la capacità di legarsi all’emoglobina al posto dell’ossigeno, riducendone il trasporto da parte del sangue e provocando così ipossia fetale.
Quali sono i rischi dell’esposizione al fumo dopo la nascita?
L’esposizione può essere diretta, quando un adulto si accende una sigaretta in presenza di un bambino o di una bambina, oppure indiretta, il cosiddetto fumo di terza mano. I residui tossici della combustione del tabacco vengono inalati, assorbiti per via cutanea o ingeriti da bimbi e bimbe che gattonano, toccano o esplorano con la bocca gli oggetti sui quali questi si depositano e permangono a lungo, ad esempio pelle umana, capelli, vestiti, superfici della casa.
Inoltre, quando una madre viene esposta al fumo durante l’allattamento, le sostanze tossiche si accumulano nel latte e arrivano al piccolo o alla piccola. La nicotina interferisce con l’azione della prolattina, riducendo così la produzione del latte materno e altre sostanze contenute nel fumo di tabacco ne impoveriscono la composizione, determinando una riduzione della concentrazione di acidi grassi polinsaturi, di DHA, di omega-3, di vitamine, di antiossidanti e di iodio, sostanze indispensabili per lo sviluppo del cervello e del sistema immunitario.
Anche in caso di esposizione al fumo rimane valida l’indicazione a sostegno dell’allattamento, perché sospendere il latte materno esporrebbe comunque il bambino o la bambina agli effetti nocivi del fumo passivo e di terza mano, ma senza mantenerne i vantaggi e i fattori protettivi.
Quel che bisognerebbe tentare di fare, invece, è smettere di fumare. Diventare genitori o accudire una bambina o un bambino può essere un ottimo stimolo per farlo, a beneficio di tutti.
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