Condividere in cerchio: racconto in prima persona

da | Mag 8, 2024

Tempo di lettura: 3 minuti

Cristina Valsecchi racconta la sua partecipazione a uno degli incontri del corso “Incontrare i genitori in cerchio”. Dove ha potuto constatare che la condivisione delle esperienze, anche tra persone molto diverse, è non solo possibile, ma anche efficace nell’aiutare a riconoscere, decostruire e superare gli stereotipi legati al genere.

«Tra i numerosi benefici della scoperta del fuoco per il genere umano, ce n’è uno che probabilmente ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo sociale dei nostri antenati: l’uso di riunirsi seduti in circolo intorno al focolare», dice Andrea Santoro. «Il cerchio è un potente strumento di condivisione  di esperienze e pensieri che pone i membri di un gruppo in posizione paritaria, favorisce il confronto, crea comunità». Andrea Santoro è presidente dell’Associazione il Cerchio degli Uomini di Torino ed è uno degli organizzatori dell’evento formativo del progetto 4e-parent “Incontrare i genitori in cerchio”, che si è tenuto a Torino, Roma e si ripeterà a Palermo il 4, 18 e 19 maggio e a Napoli il 14, 28 e 29 settembre 2024. Informazioni più dettagliate e il modulo per iscriversi gratuitamente al corso si trovano qui.

L’esperienza del cerchio

Il cerchio è davvero uno strumento molto efficace. Ho potuto sperimentarlo di persona partecipando a una delle giornate del corso di Roma. Le persone presenti erano una quarantina, provenienti dagli ambiti più disparati: psicologhe, ostetriche, ricercatrici, volontarie e volontari di associazioni dedicate alla genitorialità, all’allattamento, alla cura di piccoli e piccole, un fisico delle particelle e un prete.

Io, alla mia prima esperienza a un incontro di questo tipo, ero abbastanza scettica sulla possibilità che tanti estranei potessero confidare senza imbarazzo esperienze personali, riflessioni intime, ricordi ed emozioni. Eppure così è stato e il confronto con gli altri ha permesso, in una manciata di ore, di trovare elementi comuni tra individui apparentemente molto diversi tra loro.

Credo che uno dei maggiori ostacoli che impediscono di infrangere gli stereotipi di genere nella nostra società sia la solitudine di ciascun uomo o donna imprigionato nella gabbia del proprio ruolo designato. Prova disagio per i propri limiti senza sapere che spesso chi lo circonda sperimenta le stesse difficoltà. Solo la condivisione del vissuto di ciascuno può portare alla consapevolezza di quanto gli stereotipi siano nocivi per tutti e tutte. Il cerchio può aiutare a intraprendere questo percorso. Non a caso, al termine dell’esperienza di confronto, i concetti che sono emersi riguardano proprio la costrizione dei ruoli: quello di “uomo vero”, a cui non sono consentite manifestazioni di tenerezza, e quello materno tradizionale, che si impone come una gabbia di doveri.

Uno strumento per i formatori

Mi ha sorpresa anche l’autodisciplina dei partecipanti, che si sono alternati negli interventi senza togliersi spazio reciprocamente, senza sforzo apparente di Andrea Santoro e degli altri conduttori e conduttrici. Probabilmente la buona riuscita in questo senso è dovuta in parte al fatto che i presenti erano tutti molto motivati e già abbastanza esperti di attività di gruppo. Il corso è destinato soprattutto a formatori, formatrici e aspiranti tali. Mi chiedo quali difficoltà si possano incontrare nella gestione di cerchi a cui partecipano madri e padri senza esperienze precedenti e anche in che modo coinvolgere chi avrebbe più bisogno di questa esperienza, cioè persone che hanno vissuti problematici e sono poco propense ad aprirsi.

Si è parlato, verso la conclusione della giornata, di cosa fare se durante la condivisione emergono delle testimonianze di violenza, fisica o psicologica. Come reagire se una persona ammette di esercitare violenza nei confronti dei figli o del o della partner? E se una persona confida di essere vittima di violenza? La risposta emersa è che in primo luogo bisogna aiutare la persona in questione a prendere coscienza di quello che agisce o subisce, invitando tutti a riflettere sulla situazione descritta. «A voi è mai capitato di essere stati umiliati? Come vi siete sentiti?».
È necessario poi informarsi sulle strutture presenti sul territorio, per indirizzare all’occorrenza le persone in difficoltà verso percorsi di protezione, oppure di presa di coscienza e assunzione di responsabilità verso i propri agiti.

Osserva l’esperienza anche attraverso un video

Se vuoi farti un’idea realistica dell’esperienza dell’evento formativo “Incontrare i genitori in cerchio”, puoi guardare anche il video realizzato da Monia Torre in occasione di questo racconto. Lo trovi su questo sito, nella sezione video.

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