Anche per i futuri papà l’attesa può essere motivo di dubbi e ansie. Danilo Cinti, uno di loro, ha raccontato in un podcast di cinque puntate la sua esperienza, condivisa con la compagna. Ed è stato subito un successo. Attraverso la condivisione del vissuto, passa un messaggio che invita ad accogliere le fragilità del momento, senza vergogne o paure.
Come si preparano all’arrivo di un figlio o di una figlia i futuri papà? Oggi, un momento in cui le aspettative sul ruolo dei padri stanno cambiando, crescono i timori o comunque ci si interroga in un modo diverso? Ne abbiamo parlato con Danilo Cinti, fisico, editore e comunicatore della scienza, che ha deciso di affrontare la sua paternità in modo originale, dando vita al podcast Gravidansia – l’attesa di chi non aspetta, diffuso via social. In meno di un mese ha già totalizzato un migliaio di download, confermando l’interesse e l’attenzione sul tema (come testimoniano anche i racconti raccolti da 4e-parent nella sezione podcast). Il 70% di ascolti si riferisce al target 35-44 anni, con una netta maggioranza di donne (65%) rispetto agli uomini (35%), dati che suggeriscono come per la figura maschile approcciare il discorso continui a essere complicato.
Danilo si ritrova a vivere la sua paternità a 43 anni, e questo riflette un quadro europeo già di per sé noto e allarmante, di cui l’Italia detiene il primato; nel nostro paese, infatti, si diventa papà sempre più tardi, mediamente intorno a 35,8 anni, mentre in Francia a 33,9, in Germania a 33,2. Un uomo su tre supera questa soglia arrivando a 36 anni ancora senza figli.
Danilo ha realizzato il podcast, ci ha raccontato, come modo per esorcizzare dubbi, paure e ansie, oltre che per costruire un ricordo dettagliato di quella fortissima esperienza.
Davvero in coppia durante l’attesa
Nel suo podcast questo neopapà dalla sensibilità spiccata ripercorre in cinque episodi le tappe principali della gravidanza che condivide con la sua compagna, Giulia, al tempo stesso musa ispiratrice e protagonista del racconto. Sarà proprio lei, infatti, a rispondere alle domande e alle riflessioni poste da Danilo, testimoniando forte connessione e particolare maturità come coppia.
Si parte così dalle prime domande esistenziali, che invadono la mente di Danilo fin dall’inizio, ovvero: «La mia compagna starà bene?» o anche: «Che cosa posso fare per aiutare?», per poi fare spazio a un altro interrogativo: «Ma non sarò troppo vecchio?».
Danilo si sofferma anche sull’importanza della fiducia reciproca (fondamento indispensabile per qualunque progetto di coppia), ma nel podcast si parla molto anche di identità, di come questa venga stravolta e messa in discussione, sia per lui sia per lei, nei nove mesi di attesa, colmi anche di cliché e di ovvietà, per finire con la prova più ardua, quella del parto, che segnerà l’inizio di una nuova vita.
Affrontare l’attesa con l’aiuto di una narrazione non è soltanto l’occasione per costruire ricordi e sfidare le proprie paure: riflette anche il bisogno interiore di un uomo di essere ascoltato, compreso e supportato nel suo nuovo ruolo, consapevole che esprimere le proprie sensazioni e manifestare le proprie emozioni continua a non essere facile per il genere maschile, almeno secondo gli stereotipi ancora presenti e diffusi. Sono davvero poche le volte, infatti, in cui un futuro papà si si sente rivolgere domande di questo tipo: «Come stai?» oppure «Come stai vivendo questo momento?». Le classiche domande che invece si fanno per abitudine e senza pensarci troppo alla futura mamma; ma di solito, mentre per la donna risulta più facile aprirsi e confrontarsi, per l’uomo non è altrettanto semplice.
Anche per questo 4e-parent ha previsto degli incontri di supporto per la transizione alla genitorialità e per le mamme e i papà nel periodo dei primi mille giorni, realizzati dall’associazione Cerchio degli uomini, partner del progetto.
In squadra, come i pinguini
Nel primo episodio del suo podcast, Danilo parla di un empatico spirito di squadra, ma non si riferisce agli esseri umani: racconta dei pinguini imperatore, descrivendo come questi animali vivono l’attesa. Per questo uccello che abita l’Antartide spetta infatti ai maschi covare l’unico uovo deposto, per tutti i mesi invernali, fino al momento della schiusa, in modo da permettere nel frattempo alla femmina di raggiungere l’oceano per rifocillarsi e recuperare le forze. Per ben quattro mesi saranno i futuri papà a proteggere l’uovo dalle intemperie e a prendersi cura dei primi istanti di vita del piccolo (in uno schema del tutto opposto al nostro) e per farlo si aiutano a vicenda, facendo scudo con il proprio corpo e avvicinandosi l’uno all’altro per far fronte alle rigide temperature antartiche. Solo alla fine dell’inverno la femmina farà ritorno, portando con sé provviste per il piccolo e dando il cambio al papà, che potrà finalmente riposare un po’.
Un bell’esempio di cogenitorialità, ci vuole dire Danilo, che si riferisce al proprio podcast come a un diario di auto-aiuto, in cui possono rispecchiarsi tanti papà, ma anche tante mamme e spera che possa essere d’ispirazione sia per le coppie che si apprestano a vivere l’esperienza dell’attesa, sia per tutti quei genitori che fanno fatica a raccontarsi e che forse così prenderanno coraggio.
Accogliere le fragilità del momento, senza vergogne o paure: questo è il consiglio che Danilo, neo-papà si sente di dare a conclusione della sua esperienza, poiché non è sbagliato avere paura, è sbagliato non parlarne.
Puoi ascoltare Gravidansia su Spotify:
Oppure su Spreaker: https://www.spreaker.com/podcast/gravidansia-l-attesa-di-chi-non-aspetta–6110641
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