Dall’ultimo rapporto AlmaDiploma emerge come nell’educazione scolastica ed universitaria ancora resistano con forza stereotipi di genere, che vedono i maschi più orientati allo sport, al futuro professionale e alle discipline STEM, mentre le femmine alle professioni di educazione e cura. Differenze che si riflettono nell’attività professionale, che vede contratti part time o irregolari più diffusi tra le femmine, insieme a uno stipendio medio più basso di quello dei maschi.
Società e diritti
Essere genitori insieme: i benefici della cogenitorialità
La rivista Medico e Bambino pubblica questo mese un interessante articolo sul coinvolgimento paterno nelle cure parentali fin dalla più tenera età, che mostra la crescente accettazione sociale di questa pratica, l’evidenza scientifica dei benefici per tutti gli attori coinvolti e alcuni consigli per i pediatri che prendono in carico le famiglie.
Italia e Svezia a confronto: come si utilizzano i congedi parentali
In che modo i papà dovrebbero impiegare il tempo dedicato al congedo? Se ne è discusso in Italia dopo una sentenza che ha reintegrato un papà licenziato perché nella giornata di congedo si era dedicato a fare la spesa. Ma anche in Svezia, si discute se concedere più flessibilità alle famiglie nell’organizzazione dei tempi, oppure regolamentare in modo più restrittivo i congedi per indirizzare le coppie verso una maggiore condivisione del lavoro di cura.
I nuovi papà si incontrano in rete
Una nuova generazione di papà emotivamente coinvolti e accudenti si sta facendo strada in Italia. Diversi segnali annunciano il cambiamento, anche nei luoghi di incontro virtuali del web e dei social media, punto di osservazione privilegiato delle tendenze e delle...
I papà in sala parto: ancora difficile farli rientrare
Papà ammessi con fatica, considerati visitatori e non care giver, tenuti lontani dall’esperienza del travaglio e del parto insieme alle proprie compagne. La pandemia spesso ha peggiorato i pregiudizi nei loro confronti e tuttora è difficile invertire la tendenza.
Manovra e natalità: quanto aiuta un mese di congedo in più al 60%?
Si sa, la coperta è stretta, ma con questo ulteriore intervento il governo rischia di perdere, una volta di più, l’occasione di incidere sull’ineguale distribuzione del lavoro domestico e di cura fra madri e padri.
Asili nido: soldi a singhiozzo
Un’occasione preziosa da non sprecare. In questi termini si era parlato nei mesi passati dei fondi Pnrr stanziati per l’ampliamento dell’offerta di asili nido in Italia. Oltre un miliardo di euro per avvicinarci finalmente ai livelli definiti dall’Unione europea. Le preoccupazioni che in molti avevano mostrato si sono fatte sempre più concrete. L’ennesima scadenza slittata è stata quella del 30 giugno. Nel frattempo, la stampa che si sta occupando del tema ha rilevato due criticità non di poco conto: la riduzione degli obiettivi e la destinazione d’uso dei fondi.
La ripartizione del lavoro domestico: al cuore della disuguaglianza di genere
In Italia la cura della famiglia e della casa continua a gravare prevalentemente sulle spalle delle donne. Questa disparità condiziona pesantemente ogni aspetto della vita femminile: le relazioni sociali, la realizzazione professionale, l’indipendenza economica e i rapporti di potere all’interno della coppia e della famiglia. Un progresso c’è: passa attraverso l’impegno dei giovani padri coinvolti nella cura di figli e figlie, e attraverso la trasmissione di modelli culturali più equi alle nuove generazioni.
Il mese di congedo parentale all’80%
La legge di bilancio 2023 apporta un lieve incremento economico dei congedi parentali. Tuttavia, inquadrandolo nel contesto italiano, non solo i suoi effetti positivi sono estremamente limitati, ma con tutta probabilità incrementerà pure il divario di genere in termini occupazionali e di cura genitoriale.
Quando nasce un figlio nasce anche un padre
L’ottava edizione del rapporto di Save the Children sulla maternità in Italia contiene, per la prima volta, un capitolo dedicato ai papà.
Fuori dal nido
Gli asili nido sono livelli essenziali di prestazione: possono contribuire ad equilibrare le disuguaglianze nell’occupazione tra donne e uomini, ma sono anche fondamentali per lo sviluppo socio-cognitivo nella prima infanzia. L’Italia però deve lavorare ancora per avvicinarsi agli obiettivi europei che sono passati dal 33% al 45% di copertura del servizio. In questo contesto i fondi del PNRR rappresentano una grande occasione, da non sprecare.