Lo stile di vita paterno prima del concepimento

da | Set 20, 2023

Tempo di lettura: 5 minuti

Quando una coppia programma una gravidanza, giustamente l’aspirante mamma fissa un colloquio preconcezionale e riceve informazioni utili su come prepararsi al meglio per l’attesa, su come adeguare il proprio stile di vita a beneficio del nascituro. Raramente la stessa cura, le stesse informazioni vengono rivolte all’aspirante papà. È ovvio infatti che le condizioni di salute della donna influiscono sullo sviluppo del feto che cresce dentro di lei, mentre è meno intuitivo, ed è noto solo da pochi anni, che anche le condizioni di salute del futuro papà in epoca preconcezionale hanno un impatto sull’esito della gravidanza e sullo sviluppo del nascituro.
La prole eredita dal padre metà del proprio DNA, quindi eventuali patologie o predisposizioni dovute a difetti genetici possono essere trasmesse all’atto del concepimento. Poi c’è la trasmissione epigenetica, un meccanismo mediante il quale fattori ambientali come l’alimentazione o il fumo di tabacco modulano l’attivazione di determinati geni, senza alterare la loro struttura. Il DNA paterno non viene modificato, ma alcune sue parti sono bloccate da una sorta di lucchetti molecolari che ne inibiscono l’espressione.

Fattori di rischio modificabili

Poiché vengono continuamente prodotti nuovi spermatozoi, in qualunque istante diversi fattori ambientali possono condizionare per via epigenetica il DNA di un gamete maschile destinato poi a trasmettere questa impronta all’embrione al momento del concepimento. Così gli effetti del condizionamento prodotto dall’ambiente sull’organismo paterno vengono ereditati dalla prole. I cambiamenti epigenetici trasmessi dallo spermatozoo possono manifestarsi nelle primissime fasi dello sviluppo dell’embrione e del feto durante la gravidanza e aumentare il rischio di parto pretermine, basso peso alla nascita, complicazioni ostetriche come la preeclampsia. Oppure possono manifestarsi dopo la nascita, con la predisposizione a sindrome metabolica, diabete, obesità o altri problemi di salute.
Una differenza tra le malattie ereditarie di origine genetica e quelle trasmesse con meccanismi epigenetici è che le prime non sono modificabili. Se è noto che uno o entrambi i genitori sono portatori di uno specifico difetto ereditario si può tutt’al più intervenire con fecondazione assistita e diagnosi preimpianto per evitare di trasmettere il difetto al figlio o alla figlia. I problemi di salute che si trasmettono per via epigenetica, invece, sono spesso determinati da fattori di rischio modificabili, come uno stile alimentare scorretto, il fumo o l’abuso di alcol, su cui si può dunque intervenire per tempo quando la coppia è in procinto di cercare una gravidanza.

L’alimentazione paterna prima del concepimento

Esperimenti condotti su topi hanno dimostrato che una dieta ad alto contenuto di grassi somministrata ai futuri padri per dieci settimane prima del concepimento altera nelle figlie femmine l’attività delle cellule beta del pancreas, responsabili della secrezione dell’insulina, e determina intolleranza al glucosio e predisposizione all’obesità. Una dieta paterna a basso contenuto di proteine e alto contenuto di zuccheri semplici in epoca preconcezionale altera nella prole di entrambi i sessi i livelli di colesterolo e trigliceridi, aumenta il rischio di obesità, intolleranza al glucosio e aumenta la concentrazione nel sangue del fattore di necrosi tumorale, una proteina infiammatoria del sistema immunitario. Altri studi condotti invece su volontari umani hanno evidenziato un aumento del rischio di parto pretermine associato a una dieta paterna preconcezionale ad elevato contenuto di grassi e zuccheri semplici.
Al momento non è stato evidenziato un regime alimentare ideale per gli aspiranti padri in epoca preconcezionale, ma di certo l’adozione di una dieta varia, equilibrata, con un apporto moderato di grassi animali e zuccheri semplici e attività fisica per ridurre l’indice di massa corporea sembra favorire sia il buon esito della gravidanza sia la salute futura della prole.

Attenzione all’alcol e al fumo

Sulle etichette delle bevande alcoliche sono riportati avvisi sugli effetti dannosi del consumo di alcol in gravidanza, ma non è prevista alcuna dicitura per informare del rischio i partner maschili delle coppie che cercano il concepimento.
Sarebbe opportuno introdurle al più presto, secondo gli autori di uno studio statunitense pubblicato lo scorso giugno sul Journal of Clinical Investigation, perché l’abuso di alcol da parte dei futuri padri in epoca preconcezionale aumenta in modo significativo la probabilità che il nascituro sviluppi una sindrome feto-alcolica, la FAS, cioè un insieme di difetti fisici, soprattutto a carico delle ossa e dei lineamenti del viso, deficit cognitivo e problemi comportamentali.
Finora la FAS era stata correlata solo al consumo materno di alcol durante la gravidanza e dunque all’esposizione del feto agli effetti tossici dell’alcol attraverso la placenta. Nei casi in cui veniva diagnosticata una sindrome feto-alcolica, ma la madre negava di avere assunto alcolici, si riteneva che questa mentisse. I nuovi risultati dimostrano invece che un consumo eccessivo di alcol da parte del futuro padre induce modifiche epigenetiche nel DNA dei suoi spermatozoi e, se ciò avviene in fase preconcezionale, all’atto del concepimento quegli spermatozoi trasmettono le modifiche all’embrione e determinano l’insorgenza dei danni caratteristici della FAS anche se la madre non ha toccato alcolici.
Gli autori dello studio ritengono che questa informazione dovrebbe essere comunicata a entrambi i partner delle coppie che cercano una gravidanza, anche se al momento non è noto se esista una soglia limite di sicurezza per il consumo paterno di alcol in epoca preconcezionale.
Allo stesso modo, gli aspiranti padri fumatori dovrebbero essere informati dell’opportunità di rinunciare al tabacco prima di cercare una gravidanza. Il fumo paterno in epoca preconcezionale, infatti, è associato a un maggior rischio di patologie cardiache congenite del nascituro, anomalie degli arti e difetti di chiusura del tubo neurale. Si ipotizza che anche in questo caso la trasmissione del danno dall’organismo paterno all’embrione avvenga per via epigenetica. Il rischio per la salute del nascituro aumenta se l’abitudine paterna al fumo persiste anche durante la gravidanza, esponendo la partner in attesa e il feto a fumo di seconda e terza mano.

Occorre informare i futuri padri

La ricerca sulla trasmissione epigenetica di fattori di rischio modificabili da padre a figlio o figlia è ancora agli inizi, ma le evidenze sono già forti e sarebbe opportuno trasmettere queste conoscenze, per quanto incomplete, alle coppie che cercano una gravidanza. Oggi la maggior parte delle informazioni fornite dagli operatori sanitari riguarda la salute della futura madre e viene comunicata solo a lei in occasione degli incontri preconcezionali, oppure viene fornita a entrambi i partner ma declinata al femminile, così che i futuri padri sono portati a ritenere che l’argomento non li riguardi.
La convinzione prevalente dei futuri padri, secondo uno studio olandese condotto tra il 2019 e il 2021, è che la gravidanza sia una “questione femminile” e che loro stessi in prima persona non abbiano un ruolo decisivo sul suo esito e sulla salute del nascituro. La scarsa disponibilità di informazioni mirate a loro porta, in un circolo vizioso, a minore coinvolgimento e minore richiesta di informazioni.

Bibliografia

1. K. W. Greeson, K. M. S. Crow et al, “Inheritance of paternal lifestyles and exposures through sperm DNA methylation”, Nature Reviews Urology, 20 (2023), pp: 356-370

2. T. P. Fleming, A. J. Watkins et al, “Origins of lifetime health around the time of conception: causes and consequences”, The Lancet, 391 (2018), pp: 1842-1852

3. S. I. Cardenas, A. R. Morris et al, “Fathers matter from the start: The role of expectant fathers in child development”, Child Development Perspectives, 16 (2022), pp: 54-59

4. K. N. Thomas, N. Srikanth et al, “Preconception paternal ethanol exposures induce alcohol-related craniofacial growth deficiencies in fetal offspring”, Journal od Clinical Investigation, 133 (2023), e167624

5. Q. Zhou, S. Zhang et al, “Association between preconception paternal smoking and birth defects in offspring: evidence from the database of the National Free Preconception Health Examination Project in China”, British Journal of Obstetrics and Gynaecology, 127 (2020), pp: 1358-1364

6. V. Y. F. Maas, M. Poels et al, “Exploring male perceptions regarding the need to engage in preconception care – a mixed-method study amongst Dutch (prospective) fathers”, The European Journal of Contraception & Reproductive Health Care, 27 (2022), pp: 322-329

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *